Treviso
Via del Municipio, 16
CENNI STORICI
L’etimologia della parola “Treviso” è riconducibile a due possibili interpretazioni: la prima la farebbe derivare dal celtico tarvos, toro, più la desinenza latina isium, da cui Tarvisium; per la seconda, invece, ci sarebbe un forte legame con il nome stesso della tribù protoveneta di origine illirica, che per prima vi si stanziò.
Il primo insediamento sorse probabilmente là dove ora si trova la Chiesa di Sant’Andrea, ancor prima dell’avvento dei romani; proprio con l’avvento dell’impero, però, Treviso diventò un importante centro commerciale, acquisendo la cittadinanza romana.
La storia di Treviso, complessa e travagliata, è segno di una continua evoluzione socio- politica: risparmiata da Attila, la città divenne fiorente sotto i Goti ed i Longobardi, che ne fecero un ducato.
Successivamente, i Carolingi diedero disposizioni per la costruzione di una zecca che, divenuta fiorente nel IX secolo, era segno inequivocabile di un rinomato prestigio che si è protratto sino ad ora.
Nel 911,dopo essere stata devastata dagli Ungheri, la città iniziò ad elaborare i suoi ordinamenti comunali, riconosciuti nel 1164 da Federico Barbarossa.
Nonostante essa apparisse favorevole all’impero, aderì ugualmente sia alla Lega Veronese che a quella Lombarda; combatté inoltre a Legnano e trattò la Pace di Costanza, sigillando definitivamente il suo interesse nel mantenersi socialmente attiva e nell’avere un ruolo ben definito nello scenario politico.
Ebbe da allora inizio un periodo particolarmente fiorente per la città di Treviso che, dopo aver esteso il proprio dominio, si abbellì, diventando una meta ricercata da parte di poeti e trovatori, che ne narravano le bellezze ed esaltavano le caratteristiche. Essa teneva inoltre numerose feste cavalleresche, che le valsero il nome di “Marca gioiosa et amorosa”.
Nel 1237 Ezzelino ed Alberico da Romano posero fine al periodo di pace e serenità raggiunto dal comune di Treviso, impossessandosi della città. Alla loro morte essa ritornò libera, ma insorsero presto nuove guerre tra Guelfi e Ghibellini, mirate a portare un nuovo squilibrio.
Il capo dei guelfi, Gherardo da Camino, divenne signore della città nel 1283 e la governò saggiamente, acquistando così la fama di valoroso e cortese (Dante Alighieri lo ricorda persino nel Purgatorio, canto XVI), e mettendo ancora una volta in evidenza il prestigio della città.
Treviso si trovò poi sotto il dominio dei conti di Gorizia e di altri vicari imperiali; nel 1328 fu la volta della signoria degli Scaligeri, fino al 1339, quando fu acquisita da Venezia, con gioia e gratitudine dei trevigiani.
Dal 1381 la città fu governata da Leopoldo d'Austria, che nel 1384 la vendette ai Carraresi di Padova.
Per motivi strategici i Visconti si impossessarono della città e riuscirono a esercitare un rigoroso controllo fino al 1389 quando i trevigiani, stanchi dei continui passaggi di proprietà, si concessero spontaneamente a Venezia, che procurò loro una lunga e prosperosa pace, ricambiata da Treviso con una sicura fedeltà.
La città condivise le sorti della Serenissima fino al 1797, quando fu vinta dalle armate di Napoleone. Essa passò quindi all'Austria e poi al Regno Italico (1805) e di nuovo all'Austria (1813). Nel 1848 seguì Venezia nella rivoluzione contro gli austriaci, ma il 14 giugno dovette arrendersi.
Dopo queste numerose vicissitudini, il 15 luglio 1866 i bersaglieri italiani entrarono in città, portando una ventata di libertà e pace, seppur poco duratura.
Durante la prima guerra mondiale Treviso soffrì molto a causa dei bombardamenti aerei che distrussero gran parte della città, ma dovette patir ancor più durante l’ultimo conflitto mondiale, quando subì un bombardamento americano che provocò migliaia di vittime e distrusse edifici pubblici e monumenti di notevole interesse storico ed artistico, da sempre patrimonio della città e suoi simboli.